Nell’ultimo anno quello dell’Educazione affettivo-sessuale è un tema sempre più centrale nel dibattito politico e nel mondo del terzo settore. I motivi della sua centralità sono molteplici, dalla necessità di decostruire ruoli rigidi, stereotipi e pregiudizi alla prevenzione alla violenza di genere, dall’insegnare una sana relazione con il proprio corpo all’imparare ad accogliere i nostri vissuti emotivo-relazionali (per approfondimento: https://gruppocrc.net/educazione-allaffettivita-e-alla-sessualita-perche-e-importante-introdurre-la-comprehensive-sexuality-education-nelle-scuole-italiane/)
A tal proposito, l’IPDM ha partecipato a fine maggio 2024 ad un evento online per la presentazione del documento di posizionamento elaborato dal Gruppo CRC sui temi inerenti l’educazione all’affettività e alla sessualità e per ascoltare la voce di esperte, esperti e di altre Reti sul tema. L’evento è stato organizzato all’interno della cornice del festival dello Sviluppo Sostenibile ASviS in occasione dell’anniversario della ratifica della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (per approfondire: https://gruppocrc.net/educazione-allaffettivita-e-alla-sessualita-perche-e-importante-introdurre-la-comprehensive-sexual-education-nelle-scuole-italiane/)

Breve sinossi dell’evento
La giornalista Sara De Carli, dopo una introduzione su come attivare servizi di educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole, ha svolto la funzione di mediatrice.
La prima ad intervenire è stata Arianna Saulini, portavoce del Gruppo CRC, la quale ha spiegato come questo impegno nasca dai risultati dell’analisi di alcuni studi, documenti e prassi già in vigore in altri paesi europei dai quali emerge una necessità di mandare un segnale univoco per inserire tale educazione già nelle scuole dell’infanzia.
Di seguito è intervenuto Lucio Maciocia, esponente di ASVIS, il quale ha precisato quanto la salute dei ragazzi sia influenzata dalla salute delle famiglie e quanto un intervento usando le scuole come mezzo possa essere utile e costruttivo.
Ha preso poi la parola Monica Castagnetti, che ha portato il focus su dei pilastri imprescindibili sui cui si basa il documento presentato e il tipo di approccio e visione utilizzati. E’ stata sottolineata l’importanza di acquisire un approccio olistico in modo da considerare la persona nella sua interezza e in modo da non sottovalutare l’importanza delle relazioni nello sviluppo della persona, inizialmente principalmente con le figure genitoriali, successivamente con figure educative. Un altro termine sottolineato è stato quello della precocità e quindi dell’importanza di intervenire fin dalle scuole dell’infanzia dal momento che affettività e sessualità ricoprono una parte importante nel percorso personale di crescita e sviluppo. Ancora, non è mancata una riflessione sull’utilità del coinvolgimento della comunità educante e di quanto sia importante non lasciare i giovani soli e bisognosi di informazioni e risposte. Ciò, infatti, potrebbe portare l’individuo a ricercare le informazioni sui social con possibile esposizione (precoce) a contenuti espliciti. Infine, la scuola viene descritta come fornitrice di strumenti culturali ed educativi e come un contesto universale e inclusivo che deve guidare ad un intreccio delle esperienze dei bambini e delle famiglie.
Per queste ragioni, a conclusione dell’intervento, è stata avanzata la proposta di un’integrazione dell’educazione all’affettività e sessualità nelle scuole attenendosi a specifiche direttive, quali:
1. utilizzo di informazioni validate e condivise
2. tempo esclusivo dedicato, ascolto e confronto tra pari
3. partecipazione dell’attività educante e della rete di servizi di supporto.
Viene inoltre raccomandato direttamente al Ministero dell’Istruzione e del Merito e al Ministero della Salute di pubblicare delle linee di indirizzo nazionale all’educazione.

Successivamente è intervenuta Laura Trucchia, del coordinamento genitori democratici (CGD), che ha affermato come tutta la questione sia infondo una questione di diritti, previsti nella Costituzione Italiana (Diritto alla Salute) e che è fondamentale rendere tali diritti effettivi; inoltre ritiene che sia necessario il coinvolgimento dei giusti interlocutori, specificando famiglia e scuola; ancora, ribadisce la necessità di offrire contenuti di qualità sottolineando come il documento si rifaccia a standard fissati dall’OMS, il quale prevede una condivisione di informazioni in modo scientifico e affidabile e l’importanza di misurare e affrontare fattori quali convinzioni, valori e stereotipi.Infine, ritiene di poter contare sull’esperienza positiva di altri paesi europei citando il rapporto di indagine dell’UNESCO del 2023 il quale riporta come 10 paesi su 25 abbiano già percorsi di educazione all’affettività e alla sessualità validi e funzionanti. Da qui fornisce una breve panoramica sulla situazione in Italia, dove, se presenti, tali servizi si concludono spesso successivamente a uno o due incontri e più in generale ne denuncia una scarsa omogeneità nella presenza all’interno delle scuole nel territorio nazionale.
Prende poi la parola Franco Lorenzoni, maestro e rappresentante della Rete Educazioni, il quale evidenzia subito come sia necessario comprendere che per un buon apprendimento è fondamentale una cura della relazione. Descrive la scuola come un luogo sicuro di scambio, condivisione e strumento contro la solitudine e in cui temi come l’affettività e la sessualità possano e debbano essere affrontati, ma raccomanda una formazione specifica dei docenti.
Prendono la parola dei giovani ragazzi rappresentanti di organizzazioni studentesche, Martina Lembo Fazione per Unione degli Studenti e Camilla Velotta per la Rete degli Studenti Medi, le quali riportano delle parole chiave attorno alle quali vogliono far emergere la loro posizione in merito all’importanza di questo tipo di educazione nelle scuole e sulle quali basare questi interventi educativi. In particolare: universalismo, omogeneità, non binario. Anche loro incitano alla necessità di una formazione approfondita del corpo incaricato a consegnare questi interventi, ma soprattutto sottolineano l’importanza e l’urgenza di un coinvolgimento di enti esterni (consultori e centri anti-violenza) perché siano di più facile accesso ai ragazzi.
Interviene poi Chiara Saraceno di Alleanza Per L’Infanzia. Secondo la professoressa, corpo ed emozioni sono troppo trascurati nei processi educativi. Evidenzia come sia importante instaurare un dialogo con le famiglie su cosa voglia dire educare e che esistono diverse agenzie educative ed è fondamentale che queste cooperino tra loro. Condivide i rischi riportati da Franco Lorenzoni e aggiunge come un personale formato ad hoc possa creare luoghi sicuri in cui i ragazzi possano sentirsi ascoltati.
Si mette sulla stessa linea di quanto espresso dai colleghi, Giulia Selmi della rete “Educare alle Differenze” e fa notare come ad oggi sia ancora molto difficile immaginare la sessualità come terreno educativo.
Infine Laura Tavoschi ha presenta il progetto EDUFORIST, ovvero un progetto che mira a promuovere l’integrazione dalla Comprehensive Sexuality Education (CSE) nel contesto scolastico attraverso tre aspetti fondamentali:
1. implementazione e valutazione di un modello di intervento CSE per gli studenti delle scuole secondarie in tutta Italia
2. sviluppo e implementazione di strumenti di valutazione per gli interventi CSE
3. creazione di un programma di formazione dedicato a insegnanti e operatori del settore.

L’evento è stato altamente interessante e tanti punti forti di riflessione e azione sono stati aperti. Come è solito fare il Gruppo CRC, l’evento è visionabile integralmente sulla pagina Facebook del Gruppo al link https://www.facebook.com/share/v/M3AR4gBmr1uY6FmQ/.

a cura della Dott.ssa Margherita Mantovani e Gabriele Macchi